50- La fisica italiana tra via Panisperna e le leggi razziali

CURIOSANDO AL MUSEO - Appunti di storia, scienza, tecnologia e didattica è una rassegna digitale a cura del Museo della Bilancia 

 All'inizio del XX secolo in Italia la fisica non godeva di buona salute, ancora legata alle concezioni classiche e non strutturata per affrontare l'imminente cambiamento introdotto con la seconda rivoluzione scientifica.

La svolta nel nostro Paese venne guidata da un gruppo di fisici noti con il nome de I ragazzi di via Panisperna, attivo a Roma; tra di essi ricordiamo Enrico Fermi, Franca Rasetti, Emilio Segré, Oscar d'Agostino (chimico di formazione) ed Edoardo Amaldi, a cui nel tempo si aggiunsero altri, tra cui Bruno Pontecorvo ed Ettore Majorana. Con loro il nostro Paese divenne il centro mondiale della fisica nucleare: tra i protagonisti di questa avventura scientifica possiamo annoverare due premi Nobel per la fisica (E. Fermi, 1938; E. Segré, 1959).

Nel 1938 però il regime fascista italiano emanò le odiose leggi razziali, le cui terribili conseguenze colpirono anche molti scienziati, compresi alcuni fisici del gruppo romano come lo stesso Fermi. Il gruppo di ricerca si dissolse e molti furono costretti all'espatrio. Tra i pochissimi rimasti una menzione la merita Edoardo Amaldi, che pur non avendo mai manifestato vicinanza al regime fascista, ed anzi subendone l'invadenza, era deciso a fungere da testimone dello splendore della fisica italiana nei primi decenni del '900.

 

in collaborazione con narrascienza.org

 

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