58- Imparare dalla natura: un piccolo rettile pieno di sorprese

URIOSANDO AL MUSEO - Appunti di storia, scienza, tecnologia e didattica è una rassegna digitale a cura del Museo della Bilancia

Nelle zone mediterranee capita di vedere, dopo il tramonto, aggrappati a muri e soffitti piccoli rettili timidi, difficili da vedere, soprattutto in movimento e con un corpo leggermente più largo di quello della lucertola.

Nasce spontanea una domanda: come riescono a rimanere appesi in situazioni così contrarie ad ogni logica e avversi all'inevitabile forza di gravità? Come fanno a non precipitare al suolo?

L'ipotesi prevalente per spiegare questa peculiarità, la presenza di ventose o simili, sotto le zampe, si è dimostrata errata. L'adesione tra le zampe dei gechi e i muri o soffitti ha natura elettrica, si basa su forze elettriche molto potenti e a corto raggio di azione. Forze della stessa natura di quelle presenti a livello atomico, le forze di Van der Waals, nominate in onore del fisico olandese capace di modellizzarle nel 1873. Sono forze fondamentali per i processi di adesione, coesione, attrito o condensazione.

Capito il meccanismo capace di permettere ai simpatici gechi di rimanere appesi ai soffitti, non rimaneva altro che... imparare della natura. Così sono nati dei materiali, nanomateriali per essere precisi, il cui comportamento sfrutta esattamente lo stesso principio. Si tratta, ad esempio, di fogli di materiale plastico capaci di aderire alle superfici in modo pressoché permanente, senza bisogno di collanti, anche nel caso di presenza di forze antagoniste all'adesione.

 

In collaborazione con narrascienza.org

 

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