69- Pese pubbliche: i primordi

CURIOSANDO AL MUSEO - Appunti di storia, scienza, tecnologia e didattica è una rassegna digitale a cura del Museo della Bilancia

Sorte con l'esigenza di pesare merci in ingresso e in uscita dalle città per pagare dazio, le pese pubbliche per come le conosciamo, con la casetta e il tavolato oscillante sul quale fare salire i carri, assumono questa forma agli inizi dell'800. Ma prima come si pesavano i carri ei grossi carichi?

La stadera è sempre stato lo strumento che meglio si prestava a questo scopo e fino a non molti anni fa qualche antico e raro reperto si poteva ancora vedere in uso, come dimostra la cartolina, viaggiata nel 1909, col peso pubblico di Bollengo o quella di Savuit sur Lutry, in Svizzera, tuttora esistente. Così come si possono ancora ammirare la bilancia collocata nei pressi del Museo c'era una volta di Riofreddo a Murialdo (SV) e quella più nota della Precettoria dell'abbazia di Ranverso (TO): in questi casi le stadere funzionano come delle bilance decimali con un rapporto predefinito tra carico e pesi che lo bilanciano. Ma ci sono anche dei sistemi più complessi nei quali la stadera è sostenuta da una grossa trave che può essere sollevata con una cremagliera; il carico viene scomposto grazie ad una leva secondaria e trasmesso ad un'asta di stadera, dove il pesatore poteva verificare il peso, non diversamente da quello che accade nelle pese ponte "classiche".

Negli archivi del museo, oltre alle cartoline di cui sopra, è riposta una bella tavola acquerellata del 1841 che raffigura una di queste grandi stadere pubbliche che andava collocata nel cuneese.

 

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