90- La relatività in tasca

CURIOSANDO AL MUSEO - Appunti di storia, scienza, tecnologia e didattica è una rassegna digitale a cura del Museo della Bilancia

Nel 1905 un fisico all'epoca sconosciuto all'ambiente accademico pubblicò ben cinque articoli rivoluzionari su un'importante rivista scientifica tedesca. Uno di questi, intitolato "Sull'elettrodinamica dei corpi in movimento", costituì una vera e propria rivoluzione scientifica, la seconda dopo quella di Galileo.
Nell'articolo venne esposta la teoria nota con il nome di Relatività ristretta, che prende spunto da un paio di postulati (affermazioni a priori, senza supporto speri mentale). Il Postulato della velocità limite afferma che "nell'universo nessuna velocità può essere maggiore della velocità della luce nel vuoto" (se misurata rispetto ad un sistema di riferimento inerziale, ma tralasciamo) ed ebbe conseguenze amplissime. Prima di tutto comportò la perdita della simultaneità degli eventi: due eventi simultanei per un osservatore non lo sono per un secondo in moto a velocità costante rispetto al primo. In secondo luogo causò il passaggio dai concetti di spazio e tempo assoluti (indipendenti da chi esegue la misura), a quello di spazio-tempo relativo (con valore determinato dalla condizione di movimento di chi esegue la misura). 
Semplificando potremmo dire che la lunghezza del lato del tavolo e il tempo impiegato a fare questa misura non sono univoci ma variano se l'osservatore è fermo o si muove a velocità costante rispetto al tavolo! 
Fantascienza? Assolutamente no: fatti reali, misurabili e tuttora utilizzati nei calcoli relativi a velocità elevate, come quelle dei segnali elettromagnetici o del moto dei satelliti. Se i conti venissero fatti con la teoria classica (Newton, per intenderci) i navigatori satellitari che usiamo quotidianamente commetterebbero errori di centinaia di metri! 
 
 
 
In collaborazione con narrascienza.org
 
 
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