117-Piatti per bilance da banco: ma quanti sono!

CURIOSANDO AL MUSEO - Appunti di storia, scienza, tecnologia e didattica è una rassegna digitale a cura del Museo della Bilancia.

Sfogliando vecchi listini di produttori di bilance raramente ci si imbatte in pagine che descrivono le forme dei piatti delle bilance da banco, ma una descrizione in base alla forma compare solo negli anni '50. Negli anni '30 e '40 i piatti avevano una generica indicazione "per uso salumieri", o "per droghiere" quando erano rettangolari con due sponde di diversa altezza, oppure portavano i nomi di alcune grandi città del nord Italia: Torino, Milano, Genova. 

Nell'ottobre 1959 vengono pubblicate, in modo sperimentale, le norme UNI, che resteranno in vigore fino al 2003. 
Con queste norme si unificano, oltre alla terminologia, anche i materiali ammissibili (acciaio inox o ottone, anche cromato in un sol pezzo) e le misure di ogni singolo piatto, dimensioni che variavano in base alla grandezza e alla portata di ogni bilancia.
 
 
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